Sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, riciclaggio e caporalato

Sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, riciclaggio e caporalato. Case d’appuntamenti al posto di centri massaggi cinesi per colossali giri d’affari con la prostituzione cinese. L’inchiesta su scala nazionale parte dall’Umbria e arriva nel Fermano e nell’Ascolano. A Porto Sant’Elpidio venerdì mattina controlli a tappeto dei carabinieri in diverse abitazioni e in un centro massaggi cinese posto sotto sequestro. Verifiche in una casa di via Faleria e in un centro massaggi e un’abitazione di Fonte di Mare, implicati tutti cinesi. A sud di Porto Sant’Elpidio i carabinieri cercavano due prostitute che abitavano in zona fino all’esplosione della pandemia, poi sono sparite. La più anziana, sulla cinquantina, depositava alle poste mazzette di danaro con una frequenza che aveva destato sospetti sulla provenienza di tutto quel contante. Con una morsa a tenaglia su Porto Sant’Elpidio i carabinieri hanno ristretto a nord e sud le operazioni, a Fonte di Mare i Vigili del Fuoco sono dovuti salire con la scala fino al terrazzo della casa dei cinesi per permettere ai militari dell’Arma l’irruzione nell’appartamento. Diverse pattuglie hanno agito in contemporanea presidiando il centro massaggio mentre si perquisiva l’appartamento. Queste operazioni rientrano nel filone dell’inchiesta della Procura di Perugia che avrebbe sgominato un giro di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione su scala nazionale. I carabinieri di Assisi hanno eseguito l’ordinanza del Gip del Tribunale umbro ed è scattata la custodia cautelare per 22 cinesi, tutti a vario titolo ritenuti responsabili di associazione a delinquere. Si contesta anche il reato di “favoreggiamento della permanenza e della collocazione di manodopera clandestina e riciclaggio dei proventi illeciti con presentazione di false documentazioni alle autorità di polizia”. In pratica l’organizzazione faceva entrare in Italia le ragazze cinesi, falsificava i loro documenti e le metteva a praticare il mestiere più antico del mondo, tutto lavoro nero. Una tratta di schiave dagli occhi a mandorla. Le operazioni coordinate dalla Procura di Perugia e condotte dai militari dell’Arma tra Verona e Brindisi, con il supporto dell’Ispettorato del lavoro, hanno portato al sequestro di 11 centri massaggi cinesi, 4 appartamenti, 2 auto e tanti conti correnti bancari tra Perugia, Lodi, Verona, Bologna, Firenze, Prato, Arezzo, Fermo, Ascoli Piceno, Teramo e Brindisi. Un tesoro, frutto del mercato del sesso con centri massaggi diventati una sorta di lupanari, postriboli, strutture di piacere per soli uomini, con ragazze obbligate a garantire la disponibilità tutto il giorno. Si calcolano incassi mensili fino a 100mila euro, fino a 50 prestazioni al giorno. Un fiume in piena di denaro sommerso.

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