Droga, armi e cellulari ai boss in carcere. Droni pronti a tutto
Droga, armi e cellulari in carcere con i droni. Boss mafiosi liberi di chattare.
L’articolo lo troviamo oggi su Repubblica e e siamo passati da 30 a 2.400 cellulari l’anno consegnati ai boss mafiosi dal 2018 ai giorni nostri. In pratica i capi mafia è come se non stessero in carcere, in queste condizioni.
La storia la si trova scritta oggi su Repubblica. In pratica risulta che un drone recapita una pistola 7.65 ad Alessio Peluso detto O’ Niro in carcere. Il 28enne, esattore del clan Lo Russo, afferra la pistola attraverso una rete di protezione sgangherata, la punta su una guardia, si fa consegnare le chiavi di due celle, non riesce ad aprirle, spara attraverso le sbarre perché voleva ammazzare tre persone in carcere. Quindi, con la massima tranquillità, estrae di tasca un cellulare e questa è la conversazione che segue: «avvocato ho sparato a quei tre, sono venute le guardie, ora che faccio?».
I numeri: quest’anno nelle celle e nelle sezioni di isolamento sono stati trovati quasi 200 cellulari al mese, quindi 2.400 in un anno. Nel 2020 erano stati 1.700, nel 2019 erano stati 1.200 e nel 2018 una trentina. C’è stata negli ultimi tre anni un’impennata impressionante di droni che recapitano nelle carceri italiane migliaia di telefonini e wurstel infarciti di droga. Nel novembre 2019 Giuseppe Gallo detto “Peppe o’ pazzo” boss di camorra usava tranquillamente tre smartphone nella sua cella di massima sicurezza al 41 bis.
Un boss della camorra in carcere con tre cellulari, nella sostanza, non è in carcere.