Tolti Ungheria e Polonia restano gli Stati canaglia

Sì lo ammetto, il titolo può risultare un po’ forte e stoppaccioso per i palati fini. Può sembrare irriverente perché contro il pensiero unico dominante che vuole proprio Ungheria e Polonia tra gli Stati canaglia. Eppure la linea intrapresa da questi Stati è esattamente quella che gran parte dell’Europa abbracciava fino a pochi anni fa, la linea dei popolari d’ispirazione democristiana. Rendiamoci conto che oggi questi Stati sono sanzionati e deplorati come Stati canaglia perché difendono le famiglie, i minori, le tradizioni nazionali e religiose, gli usi e costumi tramandati, le economie locali, i margini di sovranità degli stati nazionali. Tutto quello che piace a me e che secondo me va difeso. In pratica nel regime globale che si è instaurato non ogni alternativa al politicamente corretto viene declassata, demolita, demonizzata come anomalia, dispotismo, mezzo fascismo. Il regime sovranazionale non prevede pensieri diversi ma solo dissidenti, no-qualcosa, negazionisti.

Su La Verità ieri un interessante articolo del filosofo, giornalista e scrittore Marcello Veneziani invita a una riflessione interessante. A partire dal covid-19 che ha annullato i grandi confronti politici ed economici. Il regime globale – dice Veneziani – ha reso un optional l’opposizione. Resta solo il dissenso.

 

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