Zinga molla, in crisi Ricci e Morani

Zinga molla, per i democratici pare un fulmine a ciel sereno ma sarà vero? Il primo ad accorrere in soccorso al fratello di Montalbano è il sindaco di Pesaro: «Nicola resti e assemblea lo sostenga» scrive su Facebook Matteo Ricci, ma non era renziano? «Comprensibile lo sfogo ma Nicola deve rimanere e continuare il suo mandato con la rinnovata spinta dell’assemblea – continua il presidente delle autonomie locali e passa al lamento – non si può delegittimare ogni volta il leader di turno, men che meno in questa fase di crisi sanitaria ed economica. Le beghe interne avrebbero dovuto essere relegate sullo sfondo, invece hanno prevalso sui temi e sulle scelte strategiche, sulle grandi sfide del futuro. Il Partito democratico parli al Paese discutendo profilo, identità e missione nel nuovo governo Draghi». Ma non sarebbe credibile il segretario dopo aver fatto il tutto e per tutto per il Conte ter, i responsabili, è spalle al muro. Tra gli elettori c’è chi mastica amaro «ci conosciamo talmente bene Matteo, sai che non dico una cretinata. Ci sarà l’ultima scissione e la morte del partito chiamato Pd». Partono le rivendicazioni: «contenti? Prendetevi la responsabilità di aver distrutto il Pd perché, se pensate di avere i voti della sinistra, scordatevelo, è guerra su tutti i fronti». Oh se è guerra è guerra. E scatta il piagnisteo «per favore, ripensaci». Suonano le campane a morto «non lasciarci Nicola» e via lacrimando. Ma ci sono anche gli indignados: «Zingaretti non è stato un buon segretario. Abbiamo bisogno di un cambiamento. L’accordo con i grillini è stato una iattura! Possibile che all’interno del Partito non ci sia qualcuno con idee nuove! Se continuiamo così rischiamo una ulteriore perdita di consensi che oggi non ci possiamo più permettere». Non ci sono le sardine? Qualcuno domanda, lecita, «ma questo signore tutto questo tempo ha vissuto sulla luna?».

Alessia Morani fa un post delle dimensioni di un’enciclopedia, se ne scusa, almeno. Prima si lancia su una difesa a spada tratta delle elezioni regionali, a suo dire positive per il Pd, cita Salvini e pure Traini, parla di bisogno di capire le persone, ma se ne è accorta adesso? Vuole discutere della mancata alleanza con il M5s «ne discuteremo in sede politica». Ora «è necessario mettere in campo un nuovo gruppo dirigente – sarà vero? – persone capaci di immaginare un nuovo modello di sviluppo per le Marche, alla luce delle enormi trasformazioni degli ultimi anni». Mah …

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